Consulente e imprenditore, fondatore e socio di CREA srl e amministratore di Resch srl
"la pratica di un business calmo, riflessivo e consapevole - slow appunto - può portare più velocemente al raggiungimento dei propri risultati e obiettivi professionali e personali. Personalmente lo trovo un concetto affascinante e ispirante al tempo stesso, per ogni imprenditore che vuole creare valore, lasciare un segno e non solo generare profitto fine a se stesso.
"Fondamentalmente lo SLOW BUSINESS si occupa delle relazioni, e ci riporta al fulcro di ogni business sano: si può parlare veramente di business quando si è in grado con la propria attività professionale di creare valore per i propri clienti e creare valore per la propria attività; un elemento senza l’altro non è sufficiente: se creo valore solo per i clienti ho una onlus, se creo valore solo per la mia attività (a scapito dei clienti) ho una società a delinquere. Pertanto lo SLOW BUSINESS riporta al centro dell’attenzione il valore fondamentale della relazione quale veicolo di condivisione, reciprocità, relazioni sane, valori edificanti e confronto, da contrapporre a dipendenza e manipolazione."
Gianluca Brambilla “Il Brambilla” Bocconiano, Consulente, imprenditore, amministratore eAgisco srl, opinionista televisivo
“Fra tutte le teorie economiche che ho studiato nella mia lunga vita, la parola ‘efficienza’ faceva sempre capolino. Sempre!
Efficienza significa fare tante cose ed alla svelta. Altro che ‘slow business’.
Si può essere imprenditori ‘slow’ in un mondo
fatto di scadenze e tempistiche da rispettare?
Francamente non lo so ma il solo fatto di tornare a dare importanza al tempo che scorre, ai valori umani che spesso finiamo per calpestare, ad ascoltare la Natura che si sta ribellando all’Uomo, a lavorare per vivere e non a vivere per lavorare, sarebbe già un grandissimo risultato. Ecco perché ho aderito a Slow Business: voglio dimagrire dall’ansia del fare impresa. Adesso voglio fare ‘i soldi’ andando piano perché farli andando ‘forte’ non ti gusti il viaggio e arrivi stremato alla meta.”
Gianfranco Delbarba Imprenditore, amministratore Archè Italia srl, fondatore ass.ne Taopolis
“Il mio interesse per la crescita personale e la ricerca di un nuovo modo di fare business parte da lontano. Nel 2006 ho fondato, insieme ad un gruppo di imprenditori e manager bresciani, una associazione no profit, il cui slogan era semplice: incontrarsi per condividere, associazione che negli anni si è impegnata a creare occasioni di formazione ed auto-formazione tra manager, professionisti, imprenditori e non solo.
Ho seguito lo sviluppo dello SLOW BUSINESS in C.R.E.A. sul territorio sin dal principio. Massimo e tutto il suo team stanno facendo un lavoro incredibile nella diffusione di un nuovo modo di vivere l’azienda e la libera professione."
"nozioni che nel corso degli anni mi hanno aiutato a superare tanti momenti complicati, in ambito personale e professionale"
"indispensabile per chi possiede una azienda o pratica la libera professione e vuole fare il salto di qualità in termini di un miglioramento continuo.”
Fondatore e CEO Emoma
"Considero lo SLOW BUSINESS un atteggiamento costruttivo per un costante incremento, non solo in termini lavorativi ma anche e soprattutto in termini di personali.
L’importanza del cosiddetto “savoir-faire”… un vero e proprio sistema districato in più e più aspetti che permette all'individuo che ne coglie i non detti e le sottigliezze di poter fare ed essere la differenza, considerando l'importanza di rispolverare qualcosa che molto spesso diamo per ovvio ma che tanto ovvio non è"
Chiara
Fusi - Creativa
Culturale, Scrittrice,
Counselor, Autrice di giochi per l’Intelligenza Emozionale.
“ Lo SLOW BUSINESS proposto da Massimo Calabria mi ha subito conquistata! Ero da pochi giorni entrata nel Sistema C.R.E.A. (Creazione Rete Espansione Affari) e già assaporavo un nascente senso di appartenenza … Ma il 22 dicembre 2020, dopo aver sentito Massimo proclamare il suo MANIFESTO DELLO SLOW BUSINESS, ho sentito di essere “a casa”.
Relazioni
affidabili e coerenti, espressione di un autentico desiderio di
condivisione e reciprocità, sono elementi indispensabili alla
costruzione di attività imprenditoriali in stile
SLOW BUSINESS. Esprimersi con trasparenza, chiedere scusa quando si sbaglia, auspicare un’autentica condivisione, farsi portatori di solidarietà. Questa è la visione lucida -e luccicante!- di un uomo che ha compreso quanto portare i propri talenti in un’impresa lavorativa equivalga a fare arrivare al mondo il sorriso contagioso del proprio valore."
Roberto Fedriga, Consulente PMI, amministratore Reach srl
"Ho trovato nell'idea di SLOW BUSINESS i sani principi del Business Etico, ed in particolare quelli della condivisione, della collaborazione e della contaminazione di idee.
Troppo spesso si considera il business l’antitesi dell’etica. Questa visione distorta è alimentata dalla condotta di un certo tipo di imprenditoria, che potremmo definire “improvvisata”. La causa principale di questo malcostume è la scarsissima diffusione della cultura imprenditoriale.
Fare l’imprenditore troppo spesso non coincide con l’Essere imprenditore. Né la scuola né tantomeno l’università sembrano dare un’esaustiva preparazione in tal senso. Ecco perché vedo Il MANIFESTO DELLO SLOW BUSINESS come un primo strumento essenziale per avvicinarsi ad un mondo, quello dell’imprenditoria, che sa restituire solo se si impara a dare, un mondo che non prevede scorciatoie ma che ha bisogno di tempo, cura e dedizione, un mondo che, se affrontato senza la giusta preparazione, può deludere o peggio ancora inghiottire valore e potenzialità di realtà che avrebbero potuto ottenere successo.”
Attore, regista, formatore, imprenditore, fondatore compagnia teatrale Filo di Rame.
"il teatro è la mamma di tutte le arti, ne abbraccia tutte le forme, le valorizza e le esalta in ogni luogo.
Per questo essere artigiani del teatro, così mi piace definire la forma più povera ma allo stesso modo nobile di essere un teatrante, ha bisogno di esseri coraggiosi che vogliano impegnarsi a valorizzare una relazione di qualità.
Cosa
c’entra lo SLOW BUSINESS in questo? È presto detto: Lo slow
business è una filosofia di vita, è un modo per tornare alle
origini anche dell’arte.
Fare slow business nel teatro vuol dire riconoscerne il valore e dargli il peso che gli compete anche se fare teatro, al giorno d’oggi possa sembrare un’impresa."
Omar Malik Consulente marketing, titolare Ciambelle Digitali.
“Ad
un anno e mezzo di distanza dall'apertura della partita iva, posso
affermare che senza la costruzione efficace di relazioni, a ques'ora
sarei dovuto tornare a fare il dipendente.
In questo periodo
storico più che mai, le relazioni sono diventate fondamentali per
poter sviluppare la propria attività, infatti nel 2020 le persone
che sono riuscite a tenere in piedi la propria attività da liberi
professionisti, sono quelle che hanno saputo reinventarsi a livello
professionale e grazie alle relazioni di qualità costruite negli
anni passati hanno potuto ricominciare a lavorare velocemente.
Come
hanno fatto? Grazie alla fiducia. Fiducia costruita insieme ai
clienti, ai collaboratori e fornitori del loro lavoro precedente.
Perché quando una persona sa che può fidarsi che farai un buon
lavoro, ti darà sempre la possibilità di lavorare per lei. Lo SLOW BUSINESS è proprio questo: mettere davanti al business le relazioni
perché da relazioni di qualità nasce sempre business di qualità.”
Consulente tributario, titolare Studio Pro.ge.a. S.r.l., Presidente Provinciale Associazione Nazionale Tributaristi LAPET
"Lo SLOW BUSINESS consiste in una privilegiata attenzione alla costruzione di tessuti relazionali orientati alla produzione dell’ “etico e condiviso profitto”, diretta conseguenza di un virtuoso e proficuo scambio di beni e servizi generato in seno a solide relazioni interpersonali.
Il momento storico attuale ha profondamente toccato la nostra quotidianità, obbligando le persone ad una socialità “virtualizzata” e veicolata dai moderni mezzi di comunicazione, mediando tramite un monitor ed una webcam quello che si definiva “scambiare due parole”…” fare quattro chiacchiere”… tutto ciò ha in noi esercitato una sorta di “reimpostazione” gerarchica delle priorità, riportando alla dignità ed importanza che loro compete le “relazioni interpersonali”.
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