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NON SIAMO quelli del "bollino"

2025-01-31 13:06

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GREEN BUSINESS,

NON SIAMO quelli del "bollino"

Serve un cambio di paradigma, radicato nella consapevolezza di noi stessi e del nostro legame con il pianeta.Un invito a riflettere e a contribuire al dibatti

Quella verso la sostenibilità aziendale è una via che può essere percorsa attraverso approcci diversi.

Qualcuno lavora per costruire il solito mostro burocratico, con l'intento di conferire ulteriori poteri, ormai nemmeno più tanto occulti, ai soliti apparati che sulla carta dovrebbero tutelare gli interessi delle aziende e delle imprese, mentre nella realtà non fanno altro che ostacolarne la libera iniziativa e condizionarne l’azione.
Corriamo dunque il rischio che rating ESG, bilancio di sostenibilità e tutto quanto a ciò correlato si trasformi, soprattutto per le PMI, nell'ennesimo problema invece che essere percepito come una vera e propria opportunità.

Qualcuno percorre la strada della "caccia al bollino", avendo come unico obiettivo quello di potersi fregiare di un riconoscimento ufficiale da parte di qualche ente accreditato, il quale conferirà la medaglietta a coloro che hanno fatto bene i compiti.
Ovviamente la vera utilità di queste "certificazioni" consiste nel fatto di poterle esibire ufficialmente quando queste vengono richieste, e sappiamo bene che si renderanno sempre più necessarie.
Non voglio qui entrare nel merito delle problematiche legate al degrado del sistema, per cui i "bollini" ormai si possono anche comprare.
Per focalizzarci positivamente sui casi virtuosi, è anche vero che ottenere, in conclusione al proprio percorso, l'attestazione dei propri risultati da parte di un ente terzo può rappresentare un traguardo significativo, oltre che una gratificazione per il team che ha lavorato con tanto impegno.
Senza volerne sminuire l'importanza, ritengo che il bollino debba essere ritenuto un punto di arrivo e non un punto di partenza.

Personalmente, credo che l’unico approccio che potrà portare alla vera svolta verso la sostenibilità quello che io definisco come approccio COMPORTAMENTALE, ovvero un approccio che generi in una quantità crescente di soggetti un comportamento sostenibile.
Ecco la mia definizione di comportamento sostenibile: “ogni comportamento che abbia come conseguenza un miglioramento del benessere personale e collettivo, autentico e durevole nel tempo”.

Credo che il punto di partenza, soprattutto per chi opera in campo economico ed è sottoposto a pressioni crescenti, sia una presa di coscienza individuale, mediante la quale potersi orientare ad abitudini funzionali a uno stile di vita sostenibile, il quale richiede innanzitutto un ridimensionamento dei ritmi e una riduzione della frenesia quotidiana. A questo ho già fatto riferimento nel “Manifesto dello SLOW BUSINESS”
Questo scritto vuole aggiungere a quanto già considerato una riflessione più ampia, rivolta alle sorti del nostro pianeta e della società in cui viviamo.

Questa volta non si tratta semplicemente di “alzare l'asticella” e di chiedere a istituzioni, imprese, cittadini di “fare uno sforzo” per migliorare questo o quell'aspetto, o di impegnarsi per porre maggiore attenzione a questa o quella tematica.
Questa volta, se vogliamo comprendere la questione della sostenibilità nella sua piena accezione, si tratterà di fare un vero e proprio salto di paradigma.
Che cosa è un paradigma? È un modo in cui una collettività concepisce la realtà, e ne accetta gli assunti di base.
Il paradigma dominante dell'attuale sistema economico materialista-consumista-globalizzato è, semplificando al massimo: la crescita della produzione e dei consumi come obiettivo prioritario e universale.
È però ormai evidente come questo paradigma, se ha portato benefici materiali di portata inimmaginabile in tutto l'occidente, e non solo, nel corso di alcune generazioni, ha anche generato problematiche di portata altrettanto inimmaginabile, fino a rivelarsi - ormai inequivocabilmente - come insostenibile.

E quindi, alla domanda che è stata fino ad oggi, nel segno del paradigma della crescita, ripetuta come un mantra dalle più influenti autorità economiche (e di riflesso, ormai, politiche), ovvero: “come è possibile attivare e stimolare la crescita economica nel maggior numero di stati e nazioni?” dovranno sostituirsi una serie di domande ben più complesse, alle quali sarà necessario, e tremendamente difficile, rispondere, fra le quali: “crescita di che cosa?” “a beneficio di chi?” “a quali costi?” “pagati da chi?” “quali sono i reali bisogni in gioco?” “quali sono i limiti?”.

Queste sono solo alcune delle domande che il paradigma della sostenibilità imporrà, e ciascuno, magari mentre legge questo scritto, potrà prendersi un momento per formularne altre, altrettanto complesse e altrettanto affascinanti.

Le risposte che sapremo dare definiranno con sempre maggiore chiarezza il nuovo paradigma, del quale oggi riusciamo solo a intuire la necessità, e le radicali trasformazioni non tanto nelle dichiarazioni o nelle intenzioni, o nella burocrazia o nelle “certificazioni”, ma nei concreti COMPORTAMENTI di tutti noi.

Slow Song: Le luci della cenytrale elettrica - A FORMA DI FULMINE
https://www.youtube.com/watch?v=wCaudSlufIQ

Autore dell'articolo:
arch. Massimo Calabria

fondatore e amministratore soc. CREA srl
www.sistemacrea.com

fondatore e presidente ass.ne SLOW BUSINESS
www.associazioneslowbusiness.it

coordinatore responsabile dello Sportello Integrato Sostenibilità
www.sportellointegratosostenibilita.it

autore del MANIFESTO DELLO SLOW BUSINESS
https://www.associazioneslowbusiness.it/perch%C3%A8-e-come-iscriversi/manifesto

autore del racconto "Mr. Business e Dr. Slow: il dilemma della sostenibilità"
https://www.amazon.it/MR-BUSINESS-DR-SLOW-sostenibilit%C3%A0/dp/B0CNM7B8LF/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=%C3...

conduttore radiofonico del programma e blog "PIANETA SLOW"
https://open.spotify.com/show/6PAcL1eti6ogOCAyTpxXVc

linkedin
https://www.linkedin.com/in/m-calabria-presidente-ass-slow-business/

Per saperne di più
https://www.associazioneslowbusiness.it/prossimi-appuntamenti1/percorso-green-business



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